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La foto-poesia sociale


La foto

Sorrisi,
lacrime e sorrisi;
frasi fatte presto dimenticate.
Rasati i capelli sulla testa,
il mio sorriso, la tua indifferenza.
La tua pietà è morta,
la mia fasulla.

Penso alla mia anima strappata,
penso al mio urlo ed ai silenzi;
nel tuo pensiero mi fingo
senza, peraltro, essere te.

Poesie senza rima,
fumo senza fuoco,
tumore senza fretta
che uccide senza chiedere permesso.

La cicatrice sulla fronte nuda,
esile il corpo;
mio Dio è solo un bambino.
Non è mio figlio
ed io gioisco e piango.

Negli occhi, la saggezza,
sfiorata appena dalla sofferenza
di un corpo che innocente assume colpa.

La forza ed il coraggio di lottare,
negli occhi lacrime sequestrate,
nella tua bocca sorrisi velati.

Io passo ed il mio viaggio prosegue;
il tuo viaggio è lo scorrere di un tempo
che bastardo cammina.

Io vado via,
resta questa fotografia
che col tempo diverrà nebbia.

La prima immagine per questa poesia era quella di un bambino malato. Ma il mio cuore si spezza e non mi và di postarla. Questo quadro di Magritte, comunque, a mio parere esprime dolore. Quello che ho provato nello scrivere questa poesia.

Commenti

Sab73 ha detto…
Chi prova dolore verso gli altri ha dentro di se sensibilità e merita tutto il mio rispetto.
Io il dolore lo vivo ogni giorno sulla mia pelle.

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