All'insaputa del tempo,
mi perdo ,
in un percorso fatto di silenzio,
nel nulla di uno spazio
dove ogni riferimento è casuale.
Io,
fuggo;
scappo da me stesso
per riuscire ad incontrarmi
senza riconoscere chi ho davanti.
Forse riuscirò a trovare assonanze col mio Io,
oppure mi volterò altrove
per non trovarmi.
Sarò in una strada senza porte,
senza vie o indicazioni,
solo, senza nemmeno me stesso.
Straniero a chiunque
viaggerò in incognito,
sarò uomo e donna,
senza nessuna patria;
annegherò ogni vagito della mia consapevolezza
fra le sue stesse lacrime.
Parìa dell'esistenza
mi vestirò di cielo e futili speranze,
di cenere e fango;
sulla pioggia danzerò.
Mentre il silenzio mi avvolge
ritroverò il senso della Vita,
il perché di ogni cosa.
Basta con il correre
dietro chimere di carta
che ammuffiscono alle prime pioggie;
basta il rincorrersi
dentro il vortice di sogni
che al mattino si fanno nebbia e volano via.
Voglio arrivare al nocciòlo
come bruco paziente che,
morso dopo morso,
trova il suo senso;
voglio volare, alla fine, come farfalla
che,
per pochi giorni vive
e Viva muore.
Ancora questa coltre di neve
copre il mio cuore confuso
Se arriverà l'Estate si farà fuoco
cavolo che incendio verrà fuori.
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