Non mi piacciono le costrizioni, voglio essere libero di essere, decidere, sbagliare.
Affrontare ogni mio demone, perdere e ricominciare a giocare a sfidare la mia mente che è uno dei tanti me.
Non voglio sottostare alle convenzioni , alle regole ma la legge mi segue , mi condanna ad abbassare a testa, a leccare il culo al potente di turno.
Non voglio essere omologato al pensiero razionale ma ogni anello della mia catena è legato alla terra, al suolo, a quella cavolo di caverna che si trova al di sotto della mia libertà e da cui ancora non sono riuscito a scappare.
Ho scelto, ho scelto di non scegliere, di ancorarmi alla realtà, di prendere quella cazzo di pillola rossa o blu o non mi ricordo, quella pillola che mi atterra , che mi fa stare dentro questa realtà che conosco... ma affanculo, almeno quando posso scegliere , scelgo di non adeguarmi agli altri, in questa specie di libertà effimera dove io penso di decidere di essere al di là della massa, degli omologati, di quelli che calano la testa fregiandosi di essere "parte del gruppo" , membri, essi stessi promotori di un insieme , di un'eggregora che si nutre di se stessa ed io ne voglio essere al di fuori , libero da queste catene che servono a vedere quanti ti seguono, quanti ti sono "amici" quanti si omologano al tuo credo, quanto siamo autorevoli e carismatici, quanto... quanto... quanto.
Viviamo in un mondo sociale fatto da convenzioni e dove ognuno vuole comunicare, essere al centro , dentro il sistema, parte "integrante del sistema" d questa illusione che chiamiamo "stato sociale" uno stato che prima o poi deflagrerà grazie a tutte le convenzioni, costrizioni, conduzioni che ci portiamo dietro. Prima o poi il popolo, la gente, noi... ci renderemo conto di essere pedine di un gioco anzi di un "giogo" dove siamo i controllati ed i controllori al servizio di una casta che è al di sopra ed al di là di ognuno di noi.
tratto da
" Phantasophiasi"
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