colori vivaci, e canti d'amore.
Attorno a loro libellule metallo
volano a sfidare le lingue di menelick
che si tendono mortali.
Rannicchiato ai lati dello stagno
osservo gli occhi sporgenti
ed aspetto il momento per nutrirmi.
Inghiotto rospi dalle crespe verruche
piene di liquido velenoso ed amaro.
Rane e ranocchi li ingoio del tutto interi
senza per questo perdere il respiro.
Oramai ci sono avvezzo
i batraci me li calo tutti d'un pezzo.
Ho perso il mio orgoglio
alla fiera della responsabilità
o forse l'ho solo smarrito
ma sono certo è rimasto là.
Nel mio stomaco i peli
hanno tappezzato le pareti
e nessun boccone è troppo amaro
prima o poi ogni scoria ne esce fuori.
Tornerò indietro
un giorno riuscirò a tornare.
Steso sul prato
troverò il mio orgoglio calpestato.
Preso a pedate
qua e la spruzzato di fango.
Lo prenderò
lo distenderò al sole
lavandolo con acqua di rugiada
colta di primo mattino ed ancora pulita.
Con Lui ritornerò sulla mia strada
Commenti
quanti rospi ingoiamo nella nostra vita...dici bene..alla fine ci si abitua...lo si "deve" fare, abbiamo delle responsabilità ma per fortuna verrà il tempo della riscossa e, se non sarà troppo tardi e la rugiada sarà ancora pura, rinasceremo a nuova vita col giusto e limpido orgoglio di chi ce l'ha fatta!
Buona settimana.
Ciao
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