Passa ai contenuti principali
Mi piacerebbe commentare le poesie che scrivo. Anche insieme a voi. Avevo pensato a commenti satirici o crudi, per essere letto di più, non credo sia corretto, quanti siano siano i lettori in più che verranno.Ogni poesia che io scrivo, come me molti altri, nasce da una scintilla che dentro crea qualcosa di unico; mi sarebbe parso di prenderla ed ucciderla. Ognuna di esse è una parte della mia anima. Godetevela.
Il commento di questa è quello di una persona che vedendo un bambino malato con la madre accanto , sorride per scaldarlo, penso ai suoi sentimenti di sconforto e a chi è al di fuori di questo dolore e cerca di immedesimarsi in esso senza riuscirci e, francamente senza potere entrare in quel cuore lacerato.. Chi osserva sta male ma nello stesso tempo gioisce perché non è il figlio. Il bambino mostra una saggezza che nasce dalla sofferenza e si assume una colpa, in passato chi era malato aveva su di se una colpa. Il resto vorrei che lo faceste voi.

Commenti

Sab73 ha detto…
E' difficile commentare le proprie poesie...
Chi scrive spesso desidera leggere i commenti degli altri per sapere se è riuscito a far passare il messaggio.
Ma c'è anche chi scrive per un proprio bisogno di liberazione dei pensieri.
Tu tra quale sei?
Grazie del passaggio nel mio blog.
Buon sabato.
Doc Nature ha detto…
Un pò l'uno e un pò l'altro
Sab73 ha detto…
Allora siamo uguali...

Post popolari in questo blog

ONIRICA-poesia folle

Sogni siamo immersi nei sogni sfiorano le nostre anime i bisogni mentre ci innalziamo al di sopra delle necessità. Stringiamoci forti alla vita la notte  arriva in silenzio guidiamo  il nostro cuore alla riva mentre dal nulla ci salva l'incoscienza. Affrettiamo il respiro prolunghiamo il passo l'aguzzino che ha ucciso le illusioni ha posto sul cuore un masso. Il pensiero è innocente  la lussuria strisciante Nel godere suadente le vestali discinte. Sogna  nel sogno è insito il bisogno La vita che non hai avuto il peccato che hai desiderato. Mutanti sordidi prendono avvento le putride carni odorano di melassa la lama bianca sulla tua gola il sangue scorre più lento. Danzano un sabba le streghe nel buio un puledro nitrisce urli lacerato il dolore il tuo piacere avvizzisce. Viaggiamo immersi nei sogni sfiorano le anime mondi messi di pianti fecondi il grande censore oggi miete. Ride soltanto chi soffre mentre chi piange ormai dorme sogna un uomo il domani mentre il futuro

Rane e Rospi-Poesia introspettiva

Rane e rospi gracidano nello stagno colori vivaci, e canti d'amore. Attorno a loro libellule metallo volano a sfidare le lingue di menelick che si tendono mortali. Rannicchiato ai lati dello stagno osservo gli occhi sporgenti ed aspetto il momento per nutrirmi. Inghiotto rospi dalle crespe verruche piene di liquido velenoso ed amaro. Rane e ranocchi li ingoio del tutto interi senza per questo  perdere il respiro. Oramai ci sono avvezzo i batraci me li calo tutti d'un pezzo. Ho perso il mio orgoglio alla fiera della responsabilità o forse l'ho solo smarrito ma sono certo è rimasto là. Nel mio stomaco i peli hanno tappezzato le pareti e nessun boccone è troppo amaro prima o poi ogni scoria ne esce fuori. Tornerò indietro un giorno riuscirò a tornare.  Steso sul prato troverò il mio orgoglio calpestato. Preso a pedate qua e la spruzzato di fango. Lo prenderò lo distenderò al sole lavandolo con acqua

Eterno

Dentro il sole la luce esplode nessun spazio al buio il silenzio è fragore esplosione di idrogeno ed elio, L'oscurità è concetto astruso senza significato il freddo solo mito desiderio senza riscontro. Nel sole infiammo il mio cuore alla ricerca del Dio senza corpo essenza dell'essere unica realtà dell'esistere. Nella sua luce io divento fiamma che al vento immobile si adegua. Nel sogno immerso dormo nell'infinito universo perso rincorrendo chimere nello spazio e nel tempo finito. Il cerchio senza fine mostra retta la linea nel tutto individuo i miei limiti sono tra la mia fine e il mio inizio. Io eterno