Passa ai contenuti principali

Terzo capitolo


Guardo in alto nel cielo e quelle che sembravano nuvole si allontanavano velocemente lasciando il cielo sgombro . Mi stavo dirigendo alle scale quando vedo sento il ronzio di un ape.
E' strano, a parte le nuvole non avevo ancora visto nessun essere vivente, almeno le forme di vita che conosco; il suono si fà sempre più insistente ad un certo punto sento una voce che rimbomba da un punto indefinito, come se venisse da sorgenti differenti.
" Stai attento umano, lei è volubile , è come il vento, non segue una direzione precisa, a volte và a destra a volte in tutte le direzioni; non fargliene una colpa, è la sua natura" Mentre ascoltavo queste parole vedevo che quelle che mi sembravano foglie parevano muoversi all'unisono come un onda tutto attorno a me, alla mia destra uno sciampe di api, saranno state almeno un centinaio, erano sospese nell'aria, con i pungiglioni rivolti verso di me, tra loro e me vi era uno strato d'aria più denso che sembrava acqua, provo a sfiorarlo con le mani e scopro che è proprio acqua, sembra un muro formato da minuscole gocce di rugiada. Dal terreno si alza una piccola tromba d'aria e prende forma un ragazzino che sembra essere formato di terra e di foglie.
" Non stupirti, noi siamo gli spiriti del non luogo, il posto dove tutti i sognatori prima o dopo arrivano, siamo fatti della materia dei sogni ed il contatto con voi, esseri di carne, può essere gradevole o sgradito. Non tutti apprezzeranno la tua presenza qui ma fino a quando sarai nel non spazio il custode della porta sarà a proteggerti. Mastro Tempo ci aveva avvisato. Tu sarai un nuovo ... Ti stavo dicendo troppo, dovrai scoprire ogni cosa per tuo conto, adesso devi andare. Suonano"
Driinn...Drinn.
Cacchio, quella maledetta porta, proprio adesso dovevano suonare, che ore sono? le 11:11 meno male che oggi è sabato.
"Chi è ", forse è meglio aprire, mi appare un ometto poco più alto di me con un berretto in testa e lunghi capelli viola, come se un cattivo parrucchiere gli avesse tirato un brutto scherzo; anzi, ora che lo vedo meglio ha tratti efebici, mi sembra più una donna, credo che sia una donna ed anche molto bella, nei suoi occhi sembra brillare una scintilla
"Buon giorno, sei tu mistral?"
Non riesco a risponderle, mi lascia un pacchetto in mano e va via, sembra quasi sorridere mentre bofonchia qualcosa su avarizia e mance. Chissa cosa cavolo c'è in questo pacchetto

Commenti

Post popolari in questo blog

ONIRICA-poesia folle

Sogni siamo immersi nei sogni sfiorano le nostre anime i bisogni mentre ci innalziamo al di sopra delle necessità. Stringiamoci forti alla vita la notte  arriva in silenzio guidiamo  il nostro cuore alla riva mentre dal nulla ci salva l'incoscienza. Affrettiamo il respiro prolunghiamo il passo l'aguzzino che ha ucciso le illusioni ha posto sul cuore un masso. Il pensiero è innocente  la lussuria strisciante Nel godere suadente le vestali discinte. Sogna  nel sogno è insito il bisogno La vita che non hai avuto il peccato che hai desiderato. Mutanti sordidi prendono avvento le putride carni odorano di melassa la lama bianca sulla tua gola il sangue scorre più lento. Danzano un sabba le streghe nel buio un puledro nitrisce urli lacerato il dolore il tuo piacere avvizzisce. Viaggiamo immersi nei sogni sfiorano le anime mondi messi di pianti fecondi il grande censore oggi miete. Ride soltanto chi soffre mentre chi piange ormai dorme sogna un uomo il domani mentre il futuro

Rane e Rospi-Poesia introspettiva

Rane e rospi gracidano nello stagno colori vivaci, e canti d'amore. Attorno a loro libellule metallo volano a sfidare le lingue di menelick che si tendono mortali. Rannicchiato ai lati dello stagno osservo gli occhi sporgenti ed aspetto il momento per nutrirmi. Inghiotto rospi dalle crespe verruche piene di liquido velenoso ed amaro. Rane e ranocchi li ingoio del tutto interi senza per questo  perdere il respiro. Oramai ci sono avvezzo i batraci me li calo tutti d'un pezzo. Ho perso il mio orgoglio alla fiera della responsabilità o forse l'ho solo smarrito ma sono certo è rimasto là. Nel mio stomaco i peli hanno tappezzato le pareti e nessun boccone è troppo amaro prima o poi ogni scoria ne esce fuori. Tornerò indietro un giorno riuscirò a tornare.  Steso sul prato troverò il mio orgoglio calpestato. Preso a pedate qua e la spruzzato di fango. Lo prenderò lo distenderò al sole lavandolo con acqua

Eterno

Dentro il sole la luce esplode nessun spazio al buio il silenzio è fragore esplosione di idrogeno ed elio, L'oscurità è concetto astruso senza significato il freddo solo mito desiderio senza riscontro. Nel sole infiammo il mio cuore alla ricerca del Dio senza corpo essenza dell'essere unica realtà dell'esistere. Nella sua luce io divento fiamma che al vento immobile si adegua. Nel sogno immerso dormo nell'infinito universo perso rincorrendo chimere nello spazio e nel tempo finito. Il cerchio senza fine mostra retta la linea nel tutto individuo i miei limiti sono tra la mia fine e il mio inizio. Io eterno