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Il clone utopista-

 racconto breve di Alfio Armando Licciardello 

Ora piano il giorno si dimentica di esistere e per quelli che hanno delle utopie da scrivere arriva la loro luce, quella luce che solo noi , gli insonni dell'arte , riusciamo a percepire. Noi quelli che segretamente sperano che domani, un domani che probabilmente è ogni giorno spostato più in là, domani, dicevo, qualcuno si accorgerà di noi. Magari vorrà creare un a canzone con le nostre poesie o sarà entusiasta per quanto siamo bravi a scrivere o a disegnare o a qualunque altra cosa in cui noi pensiamo di essere i più bravi. Capita per caso, guardi la casella alla tua destra e vedi tanti post, ne guardi uno , un altro e cappero te ne accorgi, prima o dopo te ne accorgi, a volte succede per un colpo di fortuna(chiamala fortuna) che vedi che c'è uno e un altro e unaltro ancora che ha i tuoi stessi sogni, le tue stesse utopie e cacchi quanto è bravo, molto più bravo di Te ( Lui pensa la stessa cosa) allora in quel momento sei fottuto, in quel momento pensi " Ma se questo è un altro sfigato che la pensa come me, si lamenta che con la sua "arte " non fa soldi, che non riesce a emergere... non riesce a emergere...non fa soldi con la sua arte.Cazzo un clone; ma allora tu, Io ma che speranze ho. Lì sei fregato, li smetti di lottare, ti arrendi. Ma è solo un attimo, poi razionalizzi... Io sono più bravo, io farò cose che l'altro non fa, io dirò cose che l'altro... altro...al.
Ma caspita, vuoi vedere che l'altro sono Io?

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